Biblioteca Giorgio Luraschi, una riflessione sugli scopi

libri

Crediamo che questo testo traduca appieno lo scopo della biblioteca “Giorgio Luraschi” che i nostri volontari gestiscono presso il Day Hospital di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera S. Anna a San Fermo della Battaglia.

In questi giorni è in distribuzione un questionario, per capire meglio le esigenze degli utenti.

Il senso è proprio questo, come è scritto nella pagina linkata, “l’autrice “spiega perché i libri, in determinati momenti della vita, possono rivelarsi un’ottima terapia”.

Vi invitiamo a leggerlo:

L’autrice Ines Caminiti ha scritto [http://www.illibraio.it/momenti-difficili-leggere-terapeutico-218481]:

Quando un libro bussa alla porta della mente e del cuore in un momento difficile della vita, come un lutto o una malattia, bisogna aprire e lasciarsi coinvolgere.
Personaggi e vicende di chi racconta possono diventare difatti una medicina per chi accoglie la storia narrata con le sue emozioni e la sua trama.
Un libro riesce a interrompere miracolosamente il circolo vizioso dei pensieri rovinosi e distrae dal logorio incessante di chi vive un disagio; alleggerisce per un po’ la fatica del dolore, sostenendo il subbuglio interiore delle sensazioni e delle riflessioni che assalgono nei momenti tragici; può stemperare l’angoscia e alleviare lo spirito contrito di chi s’ immerge nella novità della vicenda narrata.
Si può provare a riempire con un libro il proprio spazio interiore, nudo e vuoto per la sofferenza, con uno spazio ricco di parole, storie e situazioni; si può inoltre trasformare durante la lettura il proprio tempo intriso di solitudine e grondante di silenzi con un tempo vivace di umanità, propizio per salire a galla dal proprio sconforto e riprendere a respirare.
Il libro fa compagnia e prova a dare senso al vuoto di senso che il dolore porta con sé; esso inoltre dispone all’ascolto e facilita la flessibilità ad aprirsi a nuove esperienze, contrastando l’immobilismo fisico e la paralisi interiore che inaridiscono l’energia vitale di chi vive un disagio.
Un libro aiuta a uscire dal proprio male e a prenderne le distanze, predisponendo l’animo a superare l’ostacolo; pur non curando le ferite, diventa capace di medicarle, conducendo il lettore a oltrepassare il senso angoscioso d’ impotenza e a ridare coraggio.
In un certo senso il libro è terapeutico e porta come valore aggiunto, nello svolgersi dei capitoli, la sorpresa della storia.
Esso diventa quindi curiosità, esperienza nuova, stupore; può allora essere definito “dono” dell’autore al lettore e, come tale, è amore; è un dono d’amore che aiuta a sollevare lo sguardo e a trovare la forza per riprendere il cammino.
A questo punto, se si riesce a ripartire, nonostante un dolore abbia piegato, straziato, logorato, il libro favorisce anche un atteggiamento positivo verso la vita, come di rinascita dopo un dolore superato.
Si coglie così quel senso di libertà interiore, che è il valore distintivo dell’uomo e della sua dignità; questa bellezza, che è novità sorprendente e stupefacente, si può raggiungere assaporando le pagine di un libro!